giovedì 28 aprile 2011

RIFLESSIONE

"Io vi insegno il superuomo. L' uomo é qualcosa che deve essere superato. Che avete fatto per superarlo?Tutti gli esseri hanno creato qualcosa al di sopra di sè:e voi volete essere il riflusso in questa grande marea e retrocedere alla bestia piuttosto che superare l' uomo?Che cosa é per l'uomo la scimmia?Un ghigno o una vergogna dolorosa.E questo appunto ha da essere l' uomo per il superuomo:un ghigno o una dolorosa vergogna.Avete percorso il cammino dal verme all' uomo,e molto in voi ha ancora del verme.In passato foste scimmie,e ancor oggi l' uomo é più scimmia di qualsiasi scimmia.E il più saggio tra voi non é altro che un'ibrida disarmonia di pianta e spettro.Voglio forse che diventiate uno spettro o una pianta?Vedete, io vi insegno il superuomo! Il superuomo è il senso della terra. La vostra volontà vi dica: sia il superuomo il senso della terra! Vi scongiuro, fratelli rimanete fedeli alla terra e non credete a quelli che vi parlano di speranze ultraterrene! Essi sono degli avvelenatori, che lo sappiano o no. Sono spregiatori della vita, moribondi ed essi stessi avvelenati, dei quali la terra è stanca: se ne vadano pure! Una volta il sacrilegio contro Dio era il sacrilegio più grande, ma Dio è morto, e sono morti con Dio anche quei sacrileghi. Commettere sacrilegio contro la terra è ora la cosa più spaventosa, e fare delle viscere dell'imperscrutabile maggior conto che del senso della terra!"
(Nietzsche, "Così parlò Zaratustra")

martedì 26 aprile 2011

QUANDO L'INTEGRITA' E' UN'OPINIONE

La Costituzione italiana recita all' art.11 dei Principi Fondamentali: "l' Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente in condizione di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali  rivolte a tale scopo". (27/12/1947)

Oggi apprendo dai giornali, che anche l'Italia ha detto si ai bombardamenti in Libia, il ministro della Difesa La Rissa ha dichiarato che saranno  “missioni con missili di precisione su obiettivi precisi”, bhè allora i cittadini della Libia possono dormire sonni tranquilli,  la loro vita non è in pericolo, ma anzi si sveglieranno con un nuovo governo di pace!! Anche perchè La Rissa continua affermando che bisogna evitare ogni rischio di colpire la popolazione civile...allora gente africana potete stare proprio tranquilli!!
Anche il Papa, al termine della messa di Pasqua, ha auspicato che il dialogo e la diplomazia prendano il posto della armi...beh la Libia è in una botte di ferro!

Nuovi interessi economici lacerano l'umanità, gradualmente la coscienza umana viene soppiantata da armi ed azioni violente....questi tipi loschi ci mettono l'uno contro l'altro in nome di una finta pace, togliendoci la libertà di agire consapelvomente nella realizzazione della propria comunità, dove le persone dovrebbero vivere in armonia e serenità, collaborando gli uni con gli altri senza smania di profitto che altro non porta che alla guerra!

Ieri è stata festeggiata la liberazione dal nazifascismo, accaduta il 25 aprile del 1945:  uomini e donne che credevano nell'unione di una intera nazione, si sono battuti in nome dell'Italia, per darci un futuro...una nuova prospettiva di vita migliore...ma cosa ne resta dei valori, dei sacrifici, delle vite perse, della costituzione della Repubblica, cosa ne resta dell'Italia???
Continuiamo a star a guardare? O dobbiamo riprenderci la vera Italia, i nostri valori e farli crescere sempre più, seminando semi  di libertà, d'amore e di dignità, in modo da dar vita alla Vera Coscienza??
Ma se l'Italia è governata da un uomo che non sa chi è, e che per dare coerenza a se stesso  modifica ogni giorno la sua immagine, con uscite sorprendenti ed ilarità sconvolgenti...non dobbiamo noi prima di tutto sapere chi siamo e cosa vogliamo per liberarci??

lunedì 18 aprile 2011

AVRA' SBAGLIATO MESTIERE??

Per l'ennesima volta mi sono imbattuta nella visione di un video del signor Nano (http://tv.repubblica.it/politica/il-lato-b-della-mela-la-nuova-barzelletta-di-berlusconi/65420?video=&pagefrom=1), pubblicato da "Repubblica tv"; su colui che tiene banco sappiamo abbastanza, il problema è degli uditori, una delegazione di sindaci campani che chiedono lo stop agli abbattimenti delle case abusive. Il Nano continua nel racconto della squllida barzelletta, mentre i sindachelli non vedono l'ora di arrivare alla fine del racconto....quando si arriva alla parola "fica"...
...esplodono finte risate e squillanti applausi!!
Tutti come fedeli cagnolini hann seguito le sue parole, senza far valere la propria dignità...interrompendolo e andando via....ma quando mai!! La spina dorsale che ha la funzione di farci stare eretti, si sta perdendo...ciò che ci differenzia dagli altri mammiferi...lo stare su due piedi... non su quattro zampe.
Come chi ha applaudito a Lampedusa, quando quell'uomo di bassa statura elencava dei magici rimedi per risolvere l'immigrazione, come l'acquisto di una villa ( ma sarà per gli immigrati), la costruzione di un campo da golf ( tessere per il club gratis?), il Nobel?!! Poi? Potrebbe costruire uno ospedale per i Lampedusani, dato che le donne per partorire devono arrivare fino a Palermo, potrebbe sostnere i pescatori che non riescono ad uscire con le barche, visto il prezzo carissimo del carburante!!
Gente cà sta finennu a schifiu, ci vogliamo riprendere?? e poi presidente basta cu ste minchiate....

lunedì 4 aprile 2011

HOMO HOMINI LUPUS

Letteralmente significa: l'uomo è un lupo per l'uomo, troviamo tale frase in una commedia di Plauto, commediografo latino, nel componimento l'Asinaria leggiamo: "lupus est homo homini, non homo, quom qualis sit non novit" (l’uomo è un lupo per l’uomo, non un uomo, quando si ignora chi sia). E' un'amara considerazione dell'essere umano, poichè l'uomo non avendo fiducia nei confronti dell'altro uomo, quando non lo conosce,  lo paragona ad una bestia feroce. Dietro a questa massima vi è il concetto secondo il quale, la natura umana è profondamente egoistica, e ciò che determina le azioni umane sono l'istinto di sopravvivenza e di sopraffazione; successivamente il filosofo inglese, Thomas Hobbes, afferma che,se gli uomini si legano tra loro in amicizie o società, regolando i loro rapporti con le leggi, ciò è dovuto soltanto al timore reciproco. Entrambi i filosofi, negano il fatto che gli uomini si uniscono fra di loro in virtù dell'amore naturale, ma soltanto per convenienza o per timore dell'altro. A mio parere, tale concezione rappresenta una deviazione della natura umana: l'avvento del capitalismo ha sovvertito i veri e profondi valori, e creando  dualismi, ha trasformato la società in buoni e cattivi, in belli e brutti, in intelligenti e stupidi....così ci troviamo in uno stato di perenne conflitto, e non capiamo neanche  il perchè.
Costantemente l'elitè crea nuove situazioni di dissidio per tenerci l'uno contro l'altro, per farci guardare solo al proprio "orticello", in modo tale da farci perdere di vista l'insieme delle cose....così facendo, ci impongono dei paraocchi, i quali ci indirizzano alla visione di un solo elemento, costruito ad hoc dall'elitè, elemento che rappresenta il capro espiatorio da eliminare, in quanto portatore di problemi gravi, come: il clandestino, il profugo, i Rom, il Meridione, i comunisti, la magistratura, i programmi di "sinistra", la monnezza, l'Africa, ecc...ed inoltre creano situazioni di guerra, di malattia, di dipendenza da farmarci...per stordirci utilizzano la scatola nera, piena di insulti all'intelligenza e di frottole da diffondere, che non fa altro che rincitrullirci, facendoci buttare in un cassetto la nostra coscienza!! Tutto questo sistema è mantenuto in piedi, per tenerci DIVISI....quindi cosa aspettiamo a collaborare gli uni con gli altri, ad essere solidali?? Ad unirci in un'unica armonia? Aspettiamo che la guerra dilaghi ovunque, e l'elitè dei maiali continui ad ingrassare??

Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo.
(Johann Wolfgang Goethe)