mercoledì 15 dicembre 2010

INFOCONOSCENZA

Non farsi influenzre al giorno d'oggi non è cosa semplice, siamo tartassati da immagini,suoni e parole perlopiù fuorvianti, l'informazione giornalistica è ormai serva delle SPA, ci raccontano il tutto ed il contrario del tutto....tentando di soffocare il discernimento critico di ognuno di noi! Ma un elemento fondamentale che può giovarci, messo su nell'età moderna, è INTERNET, un mare magnum di informazioni vere o presunte, nel quale possiamo trovare diversi punti di vista, racconti, fatti, video che possono aiutarci nella scoperta dei fatti reali; non è semplice muoversi in questa tela  e districare i tanti nodi ma per lo meno la nostra coscienza critica non viene soffocata da cumuli di carta straccia e scatole nere vuote. Ma nella rete possiamo SCEGLIERE dove attingere le informazioni, possiamo mettere in discussione chi dà l'informazione, abbiamo libertà di scelta!!
I media, in generale, sono aziende ed anche società per azioni, quindi le informazioni che entrano nelle nostre case non sono affatto obiettive, ma hanno colori politici, quindi le vere notizie vengono oscurate e censurate per far posto a quei programmi ridicoli che riempono la scatola; come si fa ad arrivare a conoscenza di ciò che accade nel mondo? Esistono canali diversi, che implicano una presa di coscienza ed anche un desiderio di conoscenza, per non ingoiare come "vero" ciò che ci vien servito nel piatto, già pronto e confenzionato con tanto di di fiocco!! Quindi non accettiamo passivamente tutta la monnezza che voglion far passare, ma trasformiamo la pigrizia in azione....azione per la conoscenza!!

Riporto come punto di riflessione IL MITO DELLA CAVERNA, del dotto Platone, che mi permette di ampliare ciò che ho appena espresso, il concetto di conoscenza:

Un cammino dall'oscurità verso la luce, cioè verso la verità, si pone veramente come uno dei messaggi più alti per l'uomo, lo scopo dell'esistenza.

Al centro della "Repubblica", per l'esattezza nel libro VII, è presente il mito della caverna, forse il più celebre dei miti platonici: un autentico affresco di sapienza  per l'intensità delle immagini che ci trasmette, Platone tramite esso vuole descrivere la nostra situazioni di uomini, il nostro destino e di come possiamo cambiarlo.
Data la lunghezza del mito in questione, mi limiterò a sintetizzarne le parti di maggiore importanza e spessore.

Immaginiamo che degli uomini, fin da bambini, siano incatenati in una dimora sotterranea a forma di caverna, profonda e stretta, e legati alle gambe e al collo, possano guardare solo di fronte a sé.

Immaginiamo inoltre, che appena fuori della caverna vi sia un muricciolo, dietro al quale si muovano altri uomini, da esso coperti, che portano sulle loro spalle statue e figure di pietra e di legno, raffiguranti tutte le  cose, un pò come il teatro dei burattini, non vediamo chi li muove,
Dietro questi uomini arde un grande fuoco, e, in alto, il Sole. Gli uomini legati non possono vedere altro che le ombre delle statuette proiettate sul fondo della caverna e limitarsi a sentire l'eco delle voci che gli uomini dietro il muricciolo scambiano tra loro.

Per gli uomini legati, le ombre e l'eco costituiscono non l'apparenza, bensì la vera realtà, proprio perché hanno fatto esperienza solo di quest'ultime.
Supponiamo, però, che uno di questi uomini riesca a liberarsi dai ceppi! Ebbene, prima si sentirebbe disorientato in quanti infastidito dalla luce, alla quale non era abituato, poi comincerebbe a guardare indirettamente la luce solare ad esempio riflessa su uno specchio d'acqua, man mano che la vista si abitua  riuscirebbe a vedere le statuette e, poi, tratto fuori della caverna e di là dal muro, dopo essersi abituato al gran bagliore della luce, vedrebbe le cose stesse e il Sole, vera fonte d'ogni cosa visibile.

Il prigioniero liberato tornerà, allora, nella caverna per comunicare ai suoi compagni la verità, ma, vedendolo brancolare per il repentino passaggio dalla luce al buio, rischierà da essi di essere preso per folle, rischiando addirittura la vita. In quanto sostiene di essere tornato per condurli in un'altra realtà,ma essi lo deridono perchè non riesce più neppure a vedere le ombre riflesse sul fondo.Lui però continua a parlar loro del mondo esterno ma i suoi "amici" lo deridono e si arrabbiano.

Ecco allora il significato del mito: la verità non si dà in modo immediato, ma è frutto di un duro esercizio filosofico, che ci permette di passare dalle apparenze al vero essere; la liberazione e la guarigione dai ceppi implicano un voltar il collo dalle tenebre alla luce, in altre parole un'autentica con-versione dell'anima capace di contemplare il sole, che, in Platone, simboleggia l'idea del Bene.

La filosofia come cambiamento totale della propria vita, finalizzata alla ricerca del vero essere, non inteso come possesso egoistico ma come verità da comunicare agli altri, costituiscono, così, la chiave di volta di questo straordinario mito platonico.

MEDIATE GENTE...MEDITATE!!

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