lunedì 22 novembre 2010

LE PICCOLE COSE

Dai bimbi c'è tanto da imparare, dato che noi che ci definiamo grandi crediamo di conoscere i meccanismi della conoscenza, in realtà stiamo perdendo il senso del discernimento!!
"Il quarto pianeta era abitato da un uomo d’affari. Quest' uomo era così occupato che non alzò neppure la testa all’arrivo del piccolo principe.
Il Piccolo Principe
"Buon giorno", gli disse questi. "La vostra sigaretta è spenta".
"Tre piu due fa cinque. Cinque piu sette: dodici. Dodici piu tre: quindici. Buon giorno. Quindici piu sette fa ventidue. Ventidue piu sei: ventotto. Non ho tempo per riaccenderla. Ouf! Dunque fa cinquecento e un milione seicento ventiduemila settecento trentuno".
"Cinquecento milioni di che?"
"Hem! Sei sempre li? Cinquecento e un milione di… non lo so piu. Ho talmetne da fare! Sono un uomo serio io, io, non mi diverto con delle frottole! Due piu cinque: sette…"
"Cinquecento e un milione di che?" ripeté il piccolo principe che mai aveva rinunciato a una domanda una volta che l’aveva espressa.
L’uomo d’affari alzo la testa:
"Da cinquantaquattro anni che abito in questo pianeta non sono stato disturbato che tre volte. La prima volta è stato ventidue anni fa, da una melolonta che era caduta chissa da dove. Feceva un rumore spaventoso e ho fatto quattro errori in una addizione. La seconda vota è stato undici anni fa per una crisi di reumatismi. Non mi muovo mai, non ho il tempo di girandolare. Sono un uomo serio, io. La terza volta… eccolo! Dicevo dunque cinquecento e un milione".
"Milioni di che?"
l’uomo d’affari capì che non c’era speranza di pace.
"Milioni di quelle piccole cose che si vedono qualche volta nel cielo".
"Di mosche?"
"Ma no, di piccole cose che brillano".
"Di api?".
"Ma no. Di quelle piccole cose dorate che fanno fantasticare i poltroni. Ma sono un uomo serio, io! Non ho il tempo di fantasticare".
"Ah! Di stelle?"
"Eccoci. Di stelle".
"E che ne fai di cinquecento milioni di stelle?" milasettecentotrentuno. Sono un uomo serio io, sono un uomo preciso".
"E che te ne fai di queste stelle?"
"Che cosa me ne faccio?"
"Si".
"Niente. Le possiedo".
"Tu possiedi le stelle?"
"Si".
"Ma ho gia veduto un re che…"
"I re non possiedono. Ci regnano sopra. E' molto diverso".
"E a che ti serve possedere le stelle?"
"Mi serve ad essere ricco".
"E a che ti serve essere ricco?"
"A comprare delel altre stelle, se qualcuno ne trova".
Questo qui, si dice il piccolo principe, ragiona un po’ come il mio ubriacone.
Ma pure domando ancora:
"Come si possono possedere le stelle?"
"Di chi sono?", rispose facendo stridere i denti l’uomo d’affari.
"Non lo so, di nessuno".
"Allora sono mie che vi ho pensato per il primo".
"E questo basta?"
"Certo. Quando trovi un diamante che non è di nesuno, è tuo. Quando trovi un’isola che non è di nessuno, è tua. Quando tu hai un’idea per primo, la fai brevettare, ed è tua. Ed io possiedo le stelle, perché mai nessuno prima di me si è sognato di possederle".
"Questo è vero", dissei il piccolo principe.
"Che te ne fai?"
"Le amministro. Le conto e le riconto", disse l’uomo d’affari. "E' una cosa difficile, ma io sono un uomo serio!"
 Se possiedo un fiore, posso cogliere il mio fiore e portarlo con me. Ma tu non puoi cogliere le stelle".
"No, ma posso depositarle alla banca".
"Che cosa vuol dire?"
"Vuol dire che scrivo su un pezzetto di carta il numero delle mie stelle e poi chiudo a chiave questo pezzetto di carta in un cassetto".
"Tutto qui?"
"E' sufficiente".
E' divertente, penso il piccolo principe, e abbastanza poetico. Ma non è molto serio.
Il piccolo principe aveva sulle cose serie delel idee motlo diverse da quelle dei grandi.
"Io", disse il piccolo principe, "possiedo un fiore che innaffio tutti i giorni. Possiedo tre vulcani dei quali spazzo il camino tutte le settimane. Perché spazzo il camino anche di quello spento. Non si sa mai. E' utile ai miei vulcani, ed è utile alle stelle…"
L’uomo d’affari apri la bocca ma non trovo niente da risopndere e il piccolo principe se ne andò.
Decisamente i grandi sono proprio straordinari, si disse semplicemente durante il viaggio."
(tratto da Il piccolo principe, Antoine de Saint-Exupéry, pubblicato nel 1943)
I grandi stanno perdendo il senso delle piccole cose, il significato di un fiore che sboccia, del pane caldo, della merenda preparata per il proprio bimbo, di una carezza al risveglio, di un bacio pieno d'amore....stanno perdendo l'emozione...il gioire giocando insieme alla propria famiglia....stanno perdendo....per correre dietro a cosa? A consigli di amministrazione, a maratone di riunioni, a scalate disoneste per guadagni sempre più ingenti...per far cosa?? Per acquistare case che non abitaranno, per utilizzare barche due volte l'anno, per aver tutto il Superfluo che svuoterà sempre più la loro vita...sperperando denaro e portando come esempio un vivere superficiale, fatto di hotels di lusso e finte amicizie....ed una vecchiaia agli arresti domiciliari o nella solitudine, perchè ormai quando non servi più a produrre profitto, sei da buttare nella raccolta indifferenziata, nel dimenticatoio di una vita che hai vissuto rincorrendo quel Dio Denaro che ti ha reso schiavo, contribuendo a costruire un sistema dove i Veri Valori sono stati seppelliti da falsità, arrivismi e codardia!!!
Impariamo dai bimbi a meravigliarci di una farfalla colorata che ci sfiora il naso, a mangiarci con gran gusto un bel cono gelato con doppia crema, a ridere di cuore con i nostri Amori, ad ammettere di aver sbagliato, a chiedere scusa, a perdonare, ad utilizzare la nostra intelligenza per riuscire a costruire la propria casa, a condividere una cena con i propri amici, a non dar retta a chi ci vuol deviare dalla nostra strada....impariamo dai bambini a tuffarci nel mare della vita ma riuscendo a nuotare...come i neonati sott'acqua......


Non si vede bene che con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.( Antoine de Saint-Exupéry)

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